Saitta, “Mamma non chianciri”: il volo che diventa canzone. Dalla Sicilia a Milano, tra radici e pop contemporaneo

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C’è una notte in aereo all’origine di Mamma non chianciri: lacrime trattenute, un nodo alla gola e una nota vocale registrata al volo. Così Saitta – catanese, classe ’99 – ha fissato testo e melodia del suo brano più intimo, per poi arrivare nella “stanzetta milanese” e costruirne la base senza toccare l’emozione originaria. Quella partenza parlava di lui e di chi lascia la Sicilia per inseguire un sogno, del saluto alla madre e di ciò che resta in mezzo tra appartenenza e distanza.

Un nome che è una promessa

Saitta non è uno pseudonimo: è il cognome del nonno materno, guida affettiva e riferimento morale. Quando gli hanno suggerito di accorciare nome e cognome “troppo lunghi”, ha capito che l’identità cercata era già in casa. È la stessa bussola che lo conduce nell’equilibrio tra dialetto e suono moderno: non due anime, ma un’unica evoluzione. «Saitta e Cristian sono la stessa persona: la mia sfida è portare il siciliano in una chiave contemporanea».

La canzone: un addio che conosciamo tutti

Mamma non chianciri è la cronaca emotiva di un decollo: lo strappo degli affetti, la spinta a partire, l’eco della terra che rimane addosso. Nasce in quota, prende corpo a Milano e resta nuda e fedele alla scintilla iniziale. La scrittura è arrivata in una notte; la voce è stata incisa dopo, a freddo, per rispettare quel primo respiro. Ne esce un pop urbano dal respiro ampio, in cui il lessico di casa abbraccia produzione e linguaggi di oggi.

L’esperienza che cambia lo sguardo

Tra le tappe che hanno inciso sul percorso, X Factor Malta: un banco di prova che ha alimentato autostima e visione. Arrivare tra i migliori lo ha spinto a prendersi più spazio, con la lucidità di scegliere dove e quando tornare su un palco tv. Testa e cuore, insieme.

Modelli, desideri, traiettorie

Tre coordinate che dicono tanto: duettare con De Gregori, scrivere per Mengoni, e una destinazione che fa battere il cuore a ogni cantautore: Sanremo. Se chiedi la canzone “impossibile” che avrebbe voluto firmare, risponde La sera dei miracoli di Lucio Dalla: «Ha un’anima che ti prende e non ti molla».

Oltre il singolo: un lessico riconoscibile

Dopo Bedda, Saitta continua a spostare il baricentro: radici forti, linguaggio pop e produzione attuale. Non per esercizio di stile, ma per riconoscibilità: quel timbro che, quando parte, dice Sicilia e presente nello stesso istante.

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