Massimiliano Felice al Premio CESA: “Riavvicinarmi al folk è stato un atto d’amore verso le mie radici”

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Massimiliano Felice, cantautore e ricercatore sonoro con una lunga esperienza musicale, è uno dei protagonisti del Premio CESA – Folkest 2025, storico concorso dedicato alla musica popolare italiana. Ospite del podcast Unplugged Playlist, Felice racconta la genesi del suo progetto ispirato al repertorio tradizionale abruzzese e alla sfida creativa di cantare in friulano, come richiesto dal regolamento del concorso.

Un ritorno consapevole alla tradizione musicale abruzzese

Dopo anni di esplorazioni musicali trasversali, Massimiliano Felice ha sentito il bisogno di tornare alle origini: “Avevo voglia di rimettere mano a un repertorio che sento mio: quello della tradizione orale abruzzese. Partecipare al Premio CESA mi è sembrata l’occasione perfetta.”

Nonostante sia la sua prima partecipazione al concorso, Felice conosce bene la realtà del Folkest, una delle manifestazioni di riferimento per la world music in Italia.

Cantare in friulano? Una sfida stimolante

Per il concorso, ogni artista è tenuto a presentare anche un brano in lingua friulana. Un ostacolo? Tutt’altro: “Io e la mia cantante Elena l’abbiamo vissuta come una sfida linguistica interessante. È stato come imparare una lingua nuova, anche solo per un breve periodo. Elena ha studiato la pronuncia con grande cura, ed è riuscita a interpretarla con autenticità.”

Il brano scelto: “Se”, una poesia sulla partecipazione e sulla difficoltà dello stare insieme

Tra le proposte in friulano, Felice ha scelto di musicare il testo Se, che tocca temi profondamente attuali: “Parla della partecipazione alla vita sociale, e delle difficoltà nel relazionarsi con gli altri. È un tema che sento mio, perché penso che vivere in comunità richieda un grande lavoro su sé stessi e molta curiosità verso l’altro.”

Una carriera segnata dalla curiosità e dal desiderio di esplorazione

Massimiliano Felice porta con sé un background ricco e variegato: “Ho 51 anni, e da sempre la mia cifra è la curiosità. Non ho mai smesso di sperimentare: per me l’arte è prima di tutto ricerca e desiderio di scoprire. Anche per questo mi sono avvicinato al friulano con entusiasmo: volevo capire, ascoltare, tradurre in musica.”

Nessuna aspettativa, ma il desiderio di lasciare un segno

“Non ho aspettative particolari da questo premio, ma voglio portarmi a casa tutto il buono che incontrerò. Spero di riuscire a trasmettere emozioni e pensieri, sia individuali che collettivi. È quello che cerco di fare in ogni concerto.”

Il futuro? Ancora in scrittura, tra suoni e parole

Il progetto musicale è ancora in evoluzione: “La bozza è pronta al 70%, ma sto lavorando sui dettagli. Sto cercando suoni che si sposino con la musicalità del friulano. È un work in progress che mi sta regalando stimoli nuovi.”

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