Emilio Cavallini, artista visionario e innovatore, racconta la sua straordinaria carriera in un’intervista che ripercorre le tappe più significative del suo percorso tra arte contemporanea, moda e sperimentazione geometrica. Dallo studio aperto a San Miniato Basso, accessibile al pubblico, Cavallini accoglie visitatori desiderosi di scoprire il suo universo creativo, fatto di materiali riciclati, calze trasformate in opere d’arte e installazioni matematiche.
Dalle calze alla moda internazionale: l’inizio di un percorso artistico unico
La carriera di Emilio Cavallini nasce negli anni ’60, quando si trasferisce a Londra per studiare moda. Qui incontra Mary Quant, creatrice della minigonna, che gli offre la possibilità di iniziare a produrre calze, un settore allora in forte evoluzione.
Da quel momento, le calze diventano il suo primo mezzo espressivo, portandolo a fondare il marchio Stil Novo e a diventare uno dei nomi più noti nel mondo della moda, sfilando a Parigi, Milano, New York e aprendo boutique internazionali.
La calza diventa arte: righe, geometria e materiali riciclati
L’intuizione rivoluzionaria arriva quando Cavallini inizia a sperimentare calze a righe orizzontali e verticali, ispirate alle opere di Malevič e Kandinsky. Da semplici indumenti, le calze si trasformano in opere d’arte concettuale, inserite in teche trasparenti e tubi, creando installazioni dallo straordinario impatto visivo.
“Per me la calza è diventata un materiale duttile, che racconta geometria e colore”, spiega Cavallini.
Gran parte della sua produzione si basa sull’uso di materiali di scarto, recuperati dai processi produttivi industriali, anticipando di decenni il tema attualissimo della sostenibilità nell’arte.
La svolta artistica: installazioni matematiche e mostre internazionali
Dopo il ritiro dalla moda, Emilio Cavallini si dedica interamente all’arte geometrica. Utilizzando filati elastici prodotti con le sue stesse macchine da calze, realizza installazioni complesse e precise, ispirate alla matematica e alla geometria sacra, come i cassettoni del Pantheon romano.
Il riconoscimento ufficiale arriva nel 2011 con una grande mostra alla Triennale di Milano, accompagnata da un volume edito da Skira e curato con Benedetta Barzini. Questo segna l’ingresso definitivo di Cavallini nel panorama internazionale dell’arte contemporanea.
Sculture organiche e nuove sperimentazioni: il riciclo al centro della ricerca
Negli ultimi anni, l’artista ha sviluppato una nuova linea di sculture organiche realizzate con fili di scarto, centrifugati e trasformati in grandi sfere che diventano corpi scultorei sospesi.
Queste opere evocano figure mitologiche e forme futuristiche, unendo ancora una volta arte, tecnica e riciclo creativo.
“Sono lavori che nessuno può riprodurre senza le mie macchine”, sottolinea Cavallini, che continua a innovare pur restando fedele al proprio linguaggio visivo.
Nuova vita a Livorno: tra arte, luce e ispirazione
Oggi Emilio Cavallini vive e lavora a Livorno, dove ha trasformato un vecchio magazzino lungo i canali della Venezia Nuova in una casa-opera d’arte, interamente colorata e immersa nella luce del mare toscano.
“Livorno ha una luce straordinaria. La mia casa è come un tunnel colorato, un’opera vivente”, racconta l’artista, che accoglie sempre volentieri visitatori curiosi di ammirare da vicino le sue installazioni.