Methos torna con “Pezzo di carta”: intervista al cantautore siracusano tra poesia, scrittura e nuove sonorità

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Pezzo di carta

Martedì 8 luglio 2025 esce “Pezzo di carta”, il nuovo singolo del giovane cantautore Methos, nome d’arte di Andrea Marano. Una ballata intima e poetica che esplora il rapporto tra l’artista e la scrittura, come se ogni parola fosse rifugio, carezza o sfogo. “Pezzo di carta” è il terzo capitolo del percorso musicale avviato quest’anno, dopo l’uscita di “Un giorno come gli altri” e “Miraggio”.

Classe 2003, originario di Siracusa e cresciuto artisticamente a Livorno, Methos è una delle voci più originali del panorama indie-folk italiano. Le sue canzoni sono fotografie emotive, sospese tra malinconia e desiderio, capaci di toccare corde profonde con estrema delicatezza.

Lo abbiamo intervistato in occasione dell’uscita del nuovo singolo.


INTERVISTA A METHOS

Com’è nato il brano “Pezzo di carta”?

Il brano è nato in maniera molto naturale, quasi di getto. Ho sempre avuto un rapporto molto fisico con la scrittura: carta, penna, silenzio. “Pezzo di carta” è una dichiarazione d’amore per tutto questo. Non è dedicato a una persona, ma al foglio stesso, che accoglie tutto quello che spesso non riesco a dire a voce.


La canzone sembra una lettera mai spedita. È così?

Sì, è esattamente questo. Una lettera che resta chiusa in un cassetto, ma che ha bisogno di esistere. Ci sono emozioni che non hanno bisogno di un destinatario per essere vere. A volte scrivere basta a salvarci.


Quali emozioni speri di trasmettere a chi ascolta questo brano?

Vorrei che chi ascolta si sentisse accolto, capito. La canzone è costruita sui silenzi, sulle pause, sulle parole dette piano. È una carezza, non un grido. E spero arrivi proprio così, con delicatezza.


Come hai lavorato all’arrangiamento?

Insieme a Delco e Jacopo D’Arpino abbiamo deciso di mantenere un’atmosfera essenziale ma avvolgente. Chitarra acustica, contrabbasso, batteria molto soft e un pizzico di archi per dare profondità. Ogni suono è lì solo se necessario.


“Pezzo di carta” è il terzo singolo del 2025. C’è un filo rosso che lega i brani di quest’anno?

Sì, tutti i brani parlano di fragilità e verità. Sono istantanee sincere, non filtrate. Non voglio scrivere canzoni perfette, ma canzoni che siano vive, autentiche. Questo filo lega “Un giorno come gli altri”, “Miraggio” e ora “Pezzo di carta”.


Nel tuo percorso c’è una forte componente poetica. Cosa ti ispira nella scrittura?

Le piccole cose. Uno sguardo, un suono, una frase ascoltata per caso. Amo la poesia del quotidiano, quella che si nasconde nei gesti più semplici. La scrittura per me è uno strumento per fermare queste epifanie.


Qual è il tuo rapporto con la scena musicale indipendente italiana?

Lo vivo con curiosità e rispetto. Ci sono tanti artisti interessanti e tanti approcci diversi alla musica. Io cerco di seguire la mia strada, senza forzature. L’importante è restare fedeli a ciò che si ha dentro.


Cosa c’è nel tuo futuro musicale? Un album, forse?

Sì, ci sto lavorando. L’idea è di raccogliere questi brani in un progetto più ampio. Non ho fretta, voglio che ogni canzone abbia il suo tempo per nascere. Ma sì, un album arriverà.


Un desiderio per questo brano?

Che trovi la sua casa. Ogni canzone, quando esce, va dove deve andare. Spero che “Pezzo di carta” entri nel cuore di chi ha bisogno di scrivere, o anche solo di sentirsi meno solo.

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