Arianna Rozzo: “RIP TO ME è il mio saluto ironico al lunedì e a un capitolo che si chiude”

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RIP TO ME

Dopo la partecipazione a Sanremo Giovani 2025 e le aperture live per gli Sugarfree, Arianna Rozzo torna con un brano che mescola ironia e introspezione, leggerezza e disincanto.
Si intitola “RIP TO ME” e racconta il ciclo emotivo di una generazione che vive tra la FOMO (fear of missing out), la stanchezza mentale e la ricerca di autenticità in un mondo che corre sempre troppo veloce.

Un brano per chi ogni lunedì dice: “possiamo saltare direttamente al sabato?”

«Chi mi segue lo sa: uso spesso l’ironia e l’autoironia per parlare di temi anche pesanti», racconta Arianna. «“RIP TO ME” nasce proprio da quella sensazione di vuoto che arriva dopo un weekend vissuto al massimo e dal lunedì che ti travolge. È un ciclo che molti ragazzi conoscono bene: l’euforia del sabato sera, il down della domenica, e poi il risveglio traumatico del lunedì».
Nel brano, il linguaggio diretto e le immagini pop – come la sveglia che “mi prende a pugni come Rocky” – trasformano la routine in una scena di vita condivisa, un piccolo rito collettivo in chiave sarcastica.

L’esperienza dei palchi e il rapporto con il pubblico

Reduce dal tour con gli Sugarfree, Arianna racconta quell’esperienza come «un onore e una grande scuola di umanità». «Li ascoltavo da bambina, e trovarmi sullo stesso palco con loro è stato incredibile. Mi hanno lasciato spazio, fiducia, e mi hanno fatto sentire parte di qualcosa. Non è scontato».
Cantautrice e interprete, Arianna ama l’energia del palco tanto quanto l’intimità della scrittura: «Quando sei in studio è un dialogo con te stessa. Quando sei sul palco, invece, tutto diventa condivisione. Amo raccontare i pezzi, far partecipare il pubblico, creare un filo diretto con chi ascolta».

Il consiglio ai giovani artisti: “Scrivete per dire qualcosa, non per arrivare da qualche parte”

Nel corso della conversazione, Arianna riflette anche sulla gavetta e sulla realtà del mondo musicale: «Scrivere deve essere prima di tutto un bisogno. Non bisogna pensare “questa canzone la porterò a Sanremo”. Prima c’è la verità, poi tutto il resto. È importante non avere paura di portare in giro le proprie canzoni, anche se davanti ci sono solo tre persone».
La sua storia lo dimostra: «Canto da quando avevo tredici anni. Ho cominciato nei locali, con una cassa e un mixer comprati col bonus cultura. Ogni esperienza mi ha formata e quando arriva il tuo momento, sei pronta».

Tra Milano e Bergamo, sognando il futuro

La scena musicale lombarda, spiega, sta cambiando: «Dopo il Covid è stato difficile per tutti, ma ho visto tanti giovani tornare a organizzare eventi, creare spazi per la musica live. A Milano ci sono tante belle realtà che danno voce alla nuova generazione».

Un ciclo che si chiude, un nuovo inizio che arriva

Con “RIP TO ME” Arianna chiude un percorso: «Questo brano conclude idealmente una trilogia con Black Out e Zero. È un cerchio che si chiude, un periodo di sperimentazione che mi ha fatto crescere e capire cosa voglio davvero raccontare».
E sul futuro anticipa: «Sto scrivendo un nuovo EP, più intimo e personale. Ci saranno sonorità nuove, ma anche qualche accento che viene dal sud – sì, un po’ di “napoletano” nel cuore – e una parte più cantautorale, più mia».

Con il sorriso e la grinta che la contraddistinguono, Arianna Rozzo sembra pronta ad aprire un nuovo capitolo. E se “RIP TO ME” è il suo modo ironico di salutare il lunedì, è anche il simbolo di una rinascita artistica che parla a chi non ha paura di ricominciare da sé.

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