Supercantabimbi: quando le canzoni insegnano inclusione (ai bambini e ai grandi)

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Nasce da una canzone scritta “di pancia” su autismo e inclusione e diventa un progetto stabile che usa la musica per parlare ai più piccoli di temi complessi con parole semplici. Supercantabimbi prende forma grazie a Nadia Fisicaro (autrice e project lead) e Alessia Costella (regia e visual), trasformando brani e videoclip in strumenti didattici che emozionano e aprono conversazioni autentiche in classe e in famiglia.

L’innesco: una canzone, un bisogno, una comunità

Il primo brano nasce dalle caratteristiche del figlio di Fisicaro, sullo spettro autistico: testo e melodia costruiti per spiegare l’inclusione senza retorica. La risposta di bambini, genitori e insegnanti è immediata: quella canzone diventa un ponte per capirsi meglio. Da episodio isolato a progetto organico, il passo è breve.

“Nonni tesoro d’amore”: celebrare i legami (anche quando fanno male)

Il nuovo singolo è una dedica ai nonni, “patrimonio dell’umanità” affettivo. Nel testo c’è anche la perdita: la scomparsa del padre dell’autrice è trattata con tatto e leggerezza, perché pure il dolore, raccontato bene, può diventare occasione di dialogo tra figli e genitori. Molti bambini che non hanno più un nonno sono riusciti a parlarne a casa partendo proprio dalla canzone.

Il linguaggio dell’immagine: cartoon, ritmo e verità

Per i piccoli, vedere aiuta a capire. Nei video, Costella sceglie uno stile cartoon riconoscibile ma fedele al tono del brano: soffuso quando è dolce, dinamico quando gioca. La sfida è rappresentare la realtà senza stereotipi: gesti, oggetti e micro-situazioni “di casa” favoriscono il riconoscimento e l’empatia. Regia, colori, tempi e montaggio diventano un’estensione del testo.

In classe: attenzione, empatia e gesti che restano

Supercantabimbi entra nelle scuole con proiezioni e momenti di confronto. Gli effetti? Attenzione alta, partecipazione e piccole rivoluzioni emotive. Dopo il brano sull’inclusione, in una classe gli alunni hanno abbracciato il compagno “speciale”: un gesto semplice, ma densissimo di senso. La musica rende dicibili argomenti che altrimenti resterebbero sospesi.

Dietro le quinte: voci, casting e mesi di lavoro per “tre minuti”

La voce giusta fa la canzone: ogni brano passa da un piccolo casting. Se serve calore materno si privilegia un timbro morbido; se l’obiettivo è il gioco entrano voci bambinesche e narranti. Il risultato che scorre in tre minuti è frutto di mesi tra scrittura, arrangiamento, recording, prove e riprese. Poi arriva la fase più impegnativa: promozione, incontri, dialogo con i territori.

L’album di Natale: festa, ritmo e consapevolezza

È già in lavorazione un album natalizio per bambini, tra pop, dance e ballad, con la cifra del progetto ben salda: sensibilizzare su chi vive un Natale diverso — per assenze, fragilità, mancanza di legami — e ricordare che la festa può essere condivisione anche fuori dalla “cartolina perfetta”.

Perché funziona

  1. Empatia al centro: testi nati da esperienze reali, non da slogan.
  2. Coerenza multimediale: musica, parole e immagini raccontano la stessa storia con linguaggi complementari.
  3. Presidio educativo: i video non “calano dall’alto”, ma entrano in classe e generano conversazioni guidate.

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