I Malati Immaginari: “Qualcosa che non parli di te” è il nuovo singolo tra italo-dance ’90, fragilità e rinascita

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Con “Qualcosa che non parli di te”, uscito il 14 novembre, i Malati Immaginari tornano a raccontare un pezzo di vita vera: quella fatta di assenze, silenzi e tentativi di ricominciare. È un brano che arriva dopo “Cry” e che segna un passaggio chiaro nella loro evoluzione: più elettronica, più ritmica, più diretta, ma con la stessa urgenza emotiva di sempre.

Un nuovo assetto, un nuovo suono

Il 2025 è un anno di trasformazione anche nella formazione: entra stabilmente Braccio, producer che diventa parte integrante del progetto e che contribuisce a definire l’identità sonora dei nuovi brani. Il risultato è un mix riconoscibile: contaminazioni house e richiami alla italo-dance anni ’90, quel tipo di energia che ti fa muovere anche quando il testo racconta qualcosa di tutt’altro che leggero.

La band sceglie una strada interessante: rendere “ballabile” la fragilità, trasformare un momento difficile in un pezzo che si può cantare e urlare, magari anche in mezzo a un club.

Canzoni autobiografiche, senza maschere

Per i Malati Immaginari scrivere non è un esercizio stilistico: è un modo per fissare un momento, un frammento di vita, un passaggio interiore. Le canzoni nascono vicine tra loro nel tempo, come pagine dello stesso diario. Non per costruire un personaggio, ma per restare fedeli a ciò che succede davvero.

Ed è anche per questo che, quando un brano funziona, non lo fa solo “perché suona bene”: funziona perché chi ascolta sente che lì dentro c’è qualcosa di vero.

Perché si chiamano Malati Immaginari

Il nome della band è già una dichiarazione: nasce da un vissuto personale legato all’ansia, all’ipocondria, a quella sensazione di essere in allarme anche quando non c’è un pericolo reale. Un tema spesso sottovalutato, ma molto diffuso, che può arrivare fino agli attacchi di panico.

Scegliere un nome così significa esporsi e, allo stesso tempo, ribaltare il peso della fragilità: trasformarla in identità artistica. E non sorprende che molti ascoltatori si riconoscano in questo tipo di racconto, scrivendo alla band perché nelle canzoni trovano un senso di compagnia e comprensione.

Live e percorso: oltre 200 date

La dimensione dal vivo resta centrale: negli ultimi anni i Malati Immaginari hanno costruito il loro pubblico con un’attività costante, superando le 200 date in giro per l’Italia. Un lavoro capillare, fatto di palchi diversi, contesti diversi, ma con un obiettivo chiaro: far crescere il progetto nel modo più concreto possibile, suonando.

Il 2026 profuma di album

Nel frattempo, il percorso porta verso un traguardo importante: nel 2026 è previsto un album da dieci tracce. Un disco che vuole entrare senza paura in un tema potente e complesso: il parallelo tra relazioni tossiche, dipendenza affettiva e dipendenze da sostanze, con l’idea che certe dinamiche possano “agganciarsi” a meccanismi simili nella mente e nel cuore.

È una promessa: non solo nuove canzoni, ma un progetto che prova a tenere insieme musica e consapevolezza.

Un riferimento che dice tutto

Tra i sogni e gli ascolti che li ispirano, emerge un titolo simbolico: “Enjoy the Silence” dei Depeche Mode, indicata come “la canzone perfetta”. Una scelta che racconta bene cosa cercano: brani capaci di essere essenziali, profondi e immortali, senza perdere potenza emotiva.

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