Una storia vera che diventa cinema: è questo il cuore di Una vita da sogno – L’abbaglio, il film d’esordio della regista Alessandra Cardone, intervistata da Sofia Riccaboni nel podcast Cinema Storia. Il lungometraggio – ispirato a un fatto realmente accaduto a Venezia – esplora il rapporto tra sogno, realtà e la potenza trasformativa delle celebrità sulla vita delle persone comuni.
Un film ispirato a un ristoratore e a Johnny Depp
L’idea del film nasce da un racconto personale: la storia di un ristoratore veneziano profondamente cambiato dall’incontro con Johnny Depp, che frequentava il suo ristorante durante le riprese di un film. L’amicizia con l’attore lo porta a trasformare il suo stile di vita, fino ad assumere atteggiamenti e abiti simili a quelli dell’attore hollywoodiano. «Mi ha colpito molto quanto l’arrivo di una celebrità potesse stravolgere l’identità di una persona» racconta Cardone.
Dal documentario al film: l’evoluzione creativa
Inizialmente, la regista aveva realizzato un cortometraggio documentario sulla vicenda, ma il progetto si è evoluto durante la pandemia in una sceneggiatura per un film completo. Girato in Puglia, il film prende forma grazie alla collaborazione con una casa di produzione locale. Il setting pugliese diventa non solo sfondo, ma co-protagonista: una Puglia “fuori stagione”, lontana dai cliché estivi, autentica e affascinante.
Personaggi reinventati e nuovi racconti
Il protagonista Nicola, ristoratore pugliese, è un personaggio ispirato ma reinventato: vedovo, padre di una ragazza adolescente, vive un’esistenza ordinaria finché l’incontro con una star (nel film Johnny Light) non lo travolge. La regista ha creato ex novo la figura della figlia e molte dinamiche familiari per costruire un arco narrativo più profondo, che parla di genitorialità, sogni irrealizzati e crescita personale.
Una riflessione sull’identità e la forza del sogno
Una vita da sogno è una commedia brillante, ma non superficiale. «Voglio che lo spettatore rifletta su quanto sia potente il sogno, ma anche su quanto sia importante saperlo gestire» – dice Cardone – «perché i sogni possono avere una doppia faccia». Il film parla a chi ha mai desiderato una vita diversa, esplora la vulnerabilità dietro la ricerca di approvazione e la pressione sociale ad “essere qualcuno”.
Una Puglia cinematografica che incanta
Il legame con la Puglia è profondo: sebbene Cardone non sia nata lì, le sue radici familiari sono pugliesi. Il paesaggio diventa parte integrante della narrazione, contribuendo al tono del film con atmosfere autentiche, lontane dalla rappresentazione turistica. «È una terra che dispone all’incontro, all’amicizia, e che nel film diventa anche metafora di libertà», afferma la regista.
Prossimi progetti e nuove storie in arrivo
Alessandra Cardone ha già nuovi progetti in cantiere e promette di tornare a raccontarli. Intanto Una vita da sogno rappresenta un debutto maturo, personale, che unisce cinema indipendente italiano, storie vere e una riflessione profonda sull’identità.