Morris Chestnut, protagonista e produttore esecutivo di Watson, ha svelato i retroscena della nuova serie CBS durante una conferenza stampa ricca di curiosità e dettagli sulla realizzazione del medical drama ispirato all’universo di Sherlock Holmes. La serie, ideata da Craig Sweeney, reinterpreta il celebre personaggio di John Watson, trasformandolo in un medico genetista alle prese con casi clinici complessi e sfide personali.
Un’esperienza intensa per Morris Chestnut: “Un ruolo totalizzante”
Intervistato il giorno dopo la proiezione al Festival della Televisione di Montecarlo, Chestnut ha descritto l’emozione di vedere la reazione del pubblico: “È incredibile vivere un’esperienza collettiva come quella del cinema. In TV ormai guardiamo tutto da soli a casa.” Tuttavia, ha ammesso che per lui è difficile rivedersi sullo schermo, perché continua a essere molto critico sulle proprie performance: “Anche dopo tanti anni, vedo sempre le scelte che avrei potuto fare diversamente.”
Vestire i panni di Watson rappresenta per Chestnut una delle sfide più complesse della sua carriera: “Interpretare il protagonista di una serie network significa essere in scena praticamente in ogni episodio e rispettare ritmi serratissimi di produzione.” A differenza delle serie in streaming, la CBS gira un episodio ogni otto giorni, costringendo l’attore a memorizzare battute durante il weekend per essere pronto sul set.
L’idea di Watson: il progetto di Craig Sweeney
La nascita della serie è merito di Craig Sweeney, già autore di Elementary, grande appassionato di Sherlock Holmes. “Craig guidava in macchina quando gli è venuta l’idea di dare finalmente il centro della scena a Watson”, ha raccontato Chestnut, sottolineando il desiderio di portare una nuova prospettiva al celebre universo narrativo.
Il Dr. John Watson di questa serie si basa in parte su un medico reale, il dottor Mulholland, consulente scientifico e produttore associato dello show. Mulholland è noto per la sua capacità di diagnosticare condizioni mediche osservando semplicemente le persone, una caratteristica che ha contribuito a costruire la mente brillante e sempre vigile del nuovo Watson.
La medicina al centro della narrazione
Oltre agli omaggi all’universo di Sherlock Holmes, Watson si distingue per il forte taglio medicale: ogni episodio affronta casi clinici intricati e realistici, supervisionati da esperti per garantire l’accuratezza scientifica. “Alcuni spettatori amano l’aspetto medico, altri preferiscono la componente Sherlock, ma entrambi i pubblici trovano qualcosa che li appassiona,” spiega Chestnut.
Il racconto affronta anche dilemmi etici legati al sistema sanitario americano, come nel caso di un farmaco sperimentale per l’anemia falciforme che diventa accessibile solo a pochi a causa del costo elevato. “Vogliamo esporre il pubblico a nuove scoperte scientifiche e aprire dibattiti su questioni reali,” sottolinea l’attore.
La preparazione emotiva e la pressione sul set
Chestnut ha raccontato quanto sia impegnativo prepararsi per le scene più emotive: “Quando affronto momenti intensi con il mio ex-personaggio di moglie, devo attingere a esperienze personali per trasmettere le emozioni sullo schermo. Non è mai facile.”
La sua passione per l’osservazione e l’inquietudine intellettuale lo hanno però aiutato ad avvicinarsi al personaggio: “Fin da bambino ero molto curioso e tendevo a osservare e ascoltare più che a parlare.”
Anticipazioni sulla stagione 2 di Watson
Confermata la seconda stagione, Watson proseguirà la sua esplorazione del mondo medicale: “Ci saranno nuovi casi, triangoli amorosi, più ironia e momenti leggeri. Dopo la fase più cupa legata al personaggio di Moriarty, Watson potrà finalmente ritrovare un po’ di leggerezza,” ha anticipato Chestnut.
Un tributo all’intero universo Holmes
Interrogato sul motivo per cui Sherlock Holmes continua a ispirare nuove versioni, Chestnut ha risposto: “Il mito di Sherlock è così ricco di personaggi e storie che permette infinite interpretazioni. Ognuno trova qualcosa di nuovo.”
Non a caso, nel cast figura anche Randall Park nei panni di un inedito Moriarty: “Vederlo trasformarsi da attore comico a villain oscuro è stato affascinante.”
Morris Chestnut: da Boyz n the Hood a Watson, una carriera in continua evoluzione
Riflettendo sulla propria carriera iniziata con Boyz n the Hood nel 1991, Chestnut riconosce l’importanza di quel ruolo: “Quel film ha cambiato la mia vita. Ancora oggi nuove generazioni lo scoprono.”
Alla domanda su come resista alle difficoltà di Hollywood, l’attore ha concluso: “Ho imparato a non fare dell’industria del cinema tutta la mia vita. Lavoro, poi torno alla mia famiglia e ai miei spazi. Serve equilibrio in un mondo così instabile.”
Foto di Andrea Chandra Lovari


