Il regista sardo Gion Maria D’Angelo è la voce creativa dietro Mio Babbo è Superman, un cortometraggio italiano che sta conquistando pubblico e critica nei festival cinematografici internazionali. Dopo aver vinto il Premio del Pubblico al Festival del Cinema Italiano di Malaga, il corto ha consolidato il proprio successo, portando al centro dell’attenzione una narrazione intima e potente sul rapporto padre-figlio e sul pregiudizio sociale.
Un corto premiato tra Lucca, Visioni Sarde e Malaga
Il viaggio di Mio Babbo è Superman è iniziato con il premio per la miglior sceneggiatura a Lucca, nell’ambito del concorso “Buona la Primera”, dedicato alle opere prime. Ha poi raggiunto la finale di Visioni Sarde, sezione promossa dalla Cineteca di Bologna, e infine ha conquistato Malaga, dove il pubblico ha votato in massa per il corto di D’Angelo.
“Il fatto che sia stato il pubblico a premiare il corto per me è fondamentale – racconta il regista – perché significa che il messaggio è arrivato a chi doveva riceverlo”.
Una storia di resilienza attraverso gli occhi di un bambino
Ambientato nella Sardegna rurale degli anni Ottanta, Mio Babbo è Superman affronta temi come l’emarginazione, il pregiudizio e la forza dell’immaginazione infantile. Al centro del racconto c’è Antonio, un bambino che continua a vedere nel padre – emarginato e deriso dal paese – un supereroe, nonostante i suoi evidenti limiti.
“Il bambino sa perfettamente chi è suo padre, ma sceglie di vederlo con occhi diversi. La sua è una visione più ampia, più affettuosa, più umana.”
Con uno stile ironico ma profondo, D’Angelo disegna un microcosmo in cui la fragilità degli adulti emerge tanto quanto quella dei bambini, smontando ogni mitologia della maturità. Il tutto con una fotografia e una ricostruzione d’epoca che restituiscono perfettamente l’atmosfera della Sardegna fine anni ’80.
Il messaggio: combattere il giudizio con l’empatia
La forza del cortometraggio sta nella sua semplicità narrativa e nella sua carica emotiva. Il messaggio che passa è chiaro: non esiste oggettività nel giudizio, soprattutto quando lo sguardo del cuore sa andare oltre l’apparenza.
“Tutti i personaggi del film sono piccoli, meschini. In un mondo così, anche chi è considerato l’ultimo può essere un eroe.”
I prossimi progetti di Gion Maria D’Angelo
Nonostante il successo, il regista preferisce rimanere con i piedi per terra. Attualmente sta lavorando a nuove sceneggiature, ma nulla di ufficiale: “Sto scrivendo, ho un paio di idee nel cassetto. Non ho una produzione alle spalle, per ora navigo a vista”.
Tra i suoi lavori precedenti anche un corto animato in stop motion e un documentario mai ultimato. Mio Babbo è Superman, però, rappresenta una svolta nella sua carriera e un punto di riferimento per chi ama il cinema indipendente italiano.