Dark Rooms: il documentario immersivo che rompe i tabù sulla sessualità

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Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2025, Dark Rooms è un progetto unico che unisce documentario, storytelling immersivo e realtà virtuale. Nato dall’idea di tre creatori – Laowetz, Anne-Sophie e il team di co-registi – il lavoro esplora l’universo delle dark rooms e delle pratiche sessuali non normative, con l’obiettivo di rompere tabù e stimolare nuove conversazioni su identità e desiderio.

L’origine dell’idea

Il progetto prende forma dal desiderio di combinare cinema documentario e esperienze immersive VR. I registi raccontano di aver iniziato a confrontarsi su vita personale e sessualità, fino a scoprire un terreno comune di interesse che ha portato alla nascita di Dark Room Retreat. Con l’ingresso di Anne-Sophie, scrittrice e co-creatrice, la visione si è ampliata includendo il mondo del kink e delle pratiche alternative, offrendo così uno sguardo autentico e collettivo.

Un’esperienza collettiva e immersiva

L’aspetto innovativo del progetto sta nel processo creativo: gli autori non hanno imposto una visione dall’alto, ma hanno coinvolto persone reali attraverso workshop e conversazioni, costruendo insieme l’ambiente virtuale e la narrazione. In questo modo, lo spettatore non assiste soltanto a una storia, ma vive fisicamente un percorso dentro la VR, comprendendo le emozioni e i significati oltre il piano razionale.

Perché oggi è importante

In un’epoca in cui il dibattito su consenso, identità sessuale e orientamento resta ancora complesso e pieno di pregiudizi, Dark Room Retreat si pone come strumento di riflessione. L’esperienza invita il pubblico a giocare, esplorare e aprirsi a nuove dimensioni interiori, superando paure e stereotipi.

Il tour internazionale

Dopo Venezia, il progetto sarà presentato in Danimarca, Berlino e Taiwan, paesi di coproduzione dell’opera, per poi intraprendere un tour internazionale che porterà Dark Room Retreat in diverse città del mondo.

Conclusione

Dark Room Retreat non è solo un film o un’esperienza VR, ma un viaggio sensoriale e collettivo che invita a scoprire nuove verità su sé stessi e sulla sessualità. Un’opera che rompe i confini tra cinema, performance e realtà virtuale, aprendo spazi di dialogo su temi ancora troppo spesso considerati tabù.

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