Le architetture inabitabili in mostra a Roma

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L’attrattiva delle architetture inabitabili italiane sono in mostra fino al 5 maggio 2024 a Roma presso i Musei Capitolini – Centrale Montemartini, per raccontare la complessità di alcune tipologie attraverso immagini cariche di fascino e bellezza. Andiamo a scoprirne di più.

Architetture inabitabili

Le architetture inabitabili sono in mostra a Roma fino al 5 maggio 2024, presso i Musei Capitolini – Centrale Montemartini. L’obiettivo è raccontare la complessità di alcune tipologie di architetture inabitabili, attraverso immagini cariche di fascino e bellezza. Quindi, attraverso testimonianze fotografiche e non. In tal modo è possibile guardare con occhi diversi e approfondire la conoscenza di come queste architetture si collocano nell’ambiente.

La mostra è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, organizzata e realizzata da Archivio Luce Cinecittà, ideata dalla Presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia e curata da Chiara Sbarigia con Dario Dalla Lana. Servizi museali di Zètema Progetto Cultura.

Cosa rappresentano le architetture inabitabili?

Intanto definiamo le ‘architetture inabitabili’. Sono strutture realizzate dall’uomo, costruite e mai o non più abitate. E vengono definite ‘edifici spogliati’. Come pure icone che rivivono. Infatti sono diventate un’emblema e hanno un significato simbolico peculiare, rimandando ad altro diverso dalla struttura in sé.

Costruire e abitare

Costruire e abitare si distinguono dal fatto che ‘non tutto ciò che viene costruito, è destinato ad essere abitato’. Lo afferma Marco Belpoliti nel suo intervento sul catalogo della mostra edito da Marsilio. L’attenzione è posta alle architetture inabitabili come luoghi che trasmettono il senso della relazione con l’individuo, pur non legate alla dimensione abitativa.

Le fotografi e i filmati delle architetture inabitabili

La mostra presso i Musei Capitolini – Centrale Montemartini si colloca come un percorso, un viaggio architettonico e culturale che si snoda in tutto lo stivale. E dove si mescolano passato e presente, nelle immagini, che sono circa 150 e nei video storici e filmati, repertati dall’Archivio Luce e da Archivio Alperia, Museo Alta Val Venosta, CISA Andrea Palladio, Fondazione Benetton, Fondazione Burri, Fondazione Dalmine, Archivio Fiat, Archivio Giò Ponti, Archivio Italgas, Museo d’Arte Contemporanea “Ludovico Corrao”, Triennale di Milano, Fototeca Trifernate.

L’utilizzo di fotografie storiche è integrato da opere contemporanee di nomi noti di fotografi e artisti moderni. Ad esempio Gianni Berengo Gardin, Guido Guidi, Marzia Migliora, Gianni Leone, Mark Power, Sekiya Masaaki, Steve McCurry. Inoltre, la mostra presenta contributi fotografici di Francesco Jodice e Silvia Camporesi, scelti per la copertina del catalogo.

Le fotografie sono accompagnate da pagine scritte da autori italiani di rilievo, come pure da testi inediti di scrittori Roma che hanno creato testi appositamente per questa occasione, regalando una narrazione personale ed intima dei luoghi.

I luoghi della mostra

Sono otto. Osservati e ammirati mediante immagini che ne rappresentano tipologia, destinazione d’uso ed epoca di costruzione.

il Gazometro di Roma

Emerge come un moderno Colosseo, presenza iconica nei film e nelle serie TV degli ultimi anni e visibile anche dalla Centrale Montemartini. Spesso presente nelle scene delle pellicole dei film e delle serie TV;

il Memoriale Brion ad Altivole

E’ un complesso architettonico progettato dall’architetto Carlo Scarpa e concepito come luogo di sepoltura per la famiglia Brion;

il campanile semisommerso di Curon

Si trova nel lago di Resia in Trentino-Alto Adige, affascinante struttura romanica completamente trasformata dalla costruzione di una diga che portò alla creazione del lago per scopi idroelettrici, sommergendo il paese (che venne distrutto), e lasciando emergere così solo la torre campanaria;

il Cretto di Gibellina

E’ una installazione commemorativa dell’artista Alberto Burri. Si tratta di un grande sudario di cemento bianco che ingloba le macerie della città di Gibellina, distrutta nel terremoto del Belice del 1968;


il Lingotto di Torino

E’ uno storico e famosissimo complesso architettonico, progettato da Giacomo Matté-Trucco, ingegnere italiano. Fu un tempo fabbrica della FIAT, divenendo simbolo della storia industriale della città;


gli Ex Seccatoi di Città di Castello

Nel 1966 ospitarono i libri alluvionati di Firenze, che qui vennero “curati”. Abbandonata la coltura del tabacco negli anni ‘70, dal 1990 ospitano gli ultimi grandi cicli pittorici di Alberto Burri;


la Torre Branca

Originariamente torre littoria, progettata dall’architetto e designer Giò Ponti, nasce come struttura temporanea per la Triennale del 1933. Caratterizzata da una struttura a traliccio in acciaio, è dotata di ascensore che permette ai visitatori di raggiungere la cima e godere di una vista panoramica su Milano. E’ stata restaurata dopo un periodo di relativo abbandono, ed è ritornata a essere visitabile dal 2002;


i Palmenti di Pietragalla

Sono testimonianza dell’ingegno dei vignaiuoli locali rappresentata da un’architettura rupestre in pietra. E’ formata da oltre duecento costruzioni disposte su diverse quote, un tempo utilizzate come laboratori per la produzione del vino, che creano un impatto paesaggistico notevole, evocando atmosfere fiabesche.

«Queste costruzioni, pur essendosi rivelate in alcuni casi impraticabili, sono state comunque veicolo di innovazione, manifestazioni di coraggio, un invito a immaginare un mondo al di là delle limitazioni pratiche, stagliandosi come icone di una progettazione che supera i confini convenzionali», dichiara Lucia Bergonzoni, sottosegretaria alla Cultura.

Il catalogo della mostra

Il catalogo, edito da Archivio Luce Cinecittà con Marsilio Arte, è arricchito dai testi inediti di otto scrittori che regalano una narrazione personale ed intima dei luoghi. Ciò permette di ricavare ulteriori chiavi di lettura delle architetture inabitabili. Dunque, di comprenderne significati simbolici e storici. Come pure la valenza affettiva dei luoghi.

Gli autori sono:

  • Edoardo Albinati (sul Gazometro, Roma);
  • Stefania Auci (sul Grande Cretto di Gibellina);
  • Gianni Biondillo (sulla torre Branca a Milano);
  • Andrea Canobbio (sul complesso industriale del Lingotto, Torino); Francesca Melandri (sul campanile di Curon Venosta);
  • Andrea Di Consoli (sui Palmenti di Pietragalla);
  • Tiziano Scarpa (sul Memoriale Brion, a San Vito di Altivole);
  • Filippo Timi (sugli Ex Seccatoi di Città di Castello).

Il catalogo, oltre alle immagini e ai testi degli scrittori, contiene i saggi dei curatori, una prefazione del Sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni e una postfazione di Marco Belpoliti.

Conclusioni

Questi otto luoghi, alcuni più famosi altri di meno, permettono di scoprire una prospettiva differente rispetto ai concetti di inabitabilità e della bellezza. Infatti, la mostra è concepita come una nuova lente sull’architettura per ridefinire il modo di percepirla e comprenderla, andando oltre quella che è la funzionalità abitativa dei luoghi.

https://www.periodicodaily.com/brutalismo-architettura-con-cemento/

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