Venezia 81 e Gianni Amelio un amore profondo. Gianni Amelio torna in Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, a due anni da ‘Il signore delle formiche’, e lo fa con โCampo di battagliaโ con Alessandro Borghi, Gabriel Montesi e Federica Rosellini: una storia del passato, tra guerra e pandemia, che riecheggia nel presente.
Venezia 81 e Gianni Amelio
Il regista presenta al Lido un film storico, ambientato sul finire della Prima guerra mondiale e liberamente ispirato a โLa sfidaโ di Carlo Patriarca. โHo un modo di lavorare non condiviso da altri registi: io non penso, ma sento nelle viscere le cose. Non racconto i temi che vanno di modaโ, dice Amelio rispondendo alla domanda sullโattualitร delle tematiche. La particolaritร di โCampo di battagliaโ รจ quella di essere un film sulla guerra senza scene di guerra. โLe immagini di guerra sono usurate e a volte sembrano irreali perchรฉ ne vediamo troppe. Ogni giorno in tv vediamo bombardamenti a Gaza o in Ucraina. Le immagini di morte โ spiega Amelio โ vengono consumate in situazioni che non sono quelle della sala cinematografica. La sala รจ un tempio in cui si entra per ricevere delle emozioniโ. Al contrario, โa casa arrivano immagini dalle zone di guerra mentre facciamo altro. E cosรฌ subiamo le emozioni anzichรฉ viverleโ. Anche per questo โโCampo di battagliaโ va visto al cinemaโโ, suggerisce il regista di โHammametโ. ย
Il processo creatico
Un processo creativo lunghissimo tra chiacchierate al bar o nella cucina di Amelio, ma anche tanta improvvisazione. โIo non ho mai conosciuto nessuno come Gianni Amelio, รจ stato la benzina di tutto questo. Il suo รจ un modo di fare cinema che si รจ totalmente perso per correre dietro ai numeriโ, dice Borghi. Gli fa eco Montesi, con la voce spezzata dallโemozione: โAmelio mi ha insegnato tanto, mi ha fatto capire cosa sia unโinquadratura, che per un attore รจ fondamentaleโ. Di โCampo di battagliaโ โcโรจ una tematica in particolare che mi sta a cuore, ed รจ la relativitร del giusto e dello sbagliato. Il mio personaggio viene presentato come il buono della storia, ma alla fine non sai se lo sia veramenteโ, spiega Borghi. Per lโattore โquesta รจ la capacitร del cinema, ovvero quella di creare unโempatia immediata. Il pubblico โ conclude – si interrogherร , quindi, su chi รจ giusto e chi รจ sbagliato, ma non ci sarร mai una rispostaโ.ย