Dal 7 all’11 maggio 2025, il Teatro Carcano di Milano ha ospitato una delle produzioni teatrali più intense e simboliche della stagione: Improvvisamente l’estate scorsa di Tennessee Williams, per la regia di Stefano Cordella. Un allestimento audace, carico di tensione emotiva e visione autoriale, che ha riportato sul palco uno dei testi più complessi del drammaturgo americano con grande rispetto e originalità.
Un ritorno necessario per un testo dimenticato
A oltre dieci anni dall’ultima rappresentazione italiana, Improvvisamente l’estate scorsa è tornato a teatro grazie alla sensibilità di un regista che ha saputo trasformare la profondità del testo in un’esperienza scenica potente.
«Mi affascina la biografia di Williams e l’onestà con cui trasforma il dolore in scrittura – ha spiegato Cordella – questo testo, in particolare, mi ha sempre provocato un cortocircuito emotivo.»
Una scena che diventa inconscio
Il giardino tropicale evocato da Williams diventa, nella regia di Cordella, uno spazio onirico e mentale, dominato da un grande cumulo di foglie al centro della scena. È lì che si concentrano memoria, trauma, rimozione: elementi centrali della scrittura di Williams, portati in superficie da una regia che privilegia il non detto e l’ambiguità.
Questa scelta visiva è accompagnata da un lavoro attoriale raffinato, in equilibrio tra realismo psicologico e distorsione onirica, grazie anche alla traduzione efficace di Monica Capuani e a un cast di altissimo livello, con in testa Laura Marino.
Empatia e shock: la reazione del pubblico
Lo spettacolo ha colpito profondamente il pubblico del Carcano, lasciando una forte impressione emotiva. Tra silenzi carichi di tensione e improvvise esplosioni drammatiche, Improvvisamente l’estate scorsa si è rivelato un viaggio nell’inconscio collettivo, capace di generare empatia, disagio, riflessione.
«Spero che il pubblico sia uscito con un piccolo shock interiore. Un movimento che nasce quando qualcosa di estremo, pur se filtrato dal teatro, ci riguarda da vicino», ha dichiarato il regista.
Una fedeltà creativa al testo di Williams
Pur noto per le sue riletture contemporanee dei classici, Cordella ha scelto in questa occasione di non modificare il testo originale, preferendo un lavoro sottile di interpretazione scenica e drammaturgica.
«Andare in profondità nel testo, senza riscriverlo, ti obbliga a entrare in contatto diretto con l’autore. E Williams non smette mai di sorprenderti.»
Uno spettacolo che ha lasciato il segno nella stagione teatrale milanese
Con la sua regia, Stefano Cordella ha offerto una lettura rispettosa ma innovativa di un testo centrale del Novecento, confermando il suo sguardo registico attento al linguaggio dell’anima, al corpo e alla memoria. Improvvisamente l’estate scorsa è stato molto più di uno spettacolo: un’esperienza emotiva che ha restituito senso e vita a un grande classico spesso dimenticato.