Milano Music Week Cabrio e Il Cile: “Nella musica l’errore umano è insostituibile”

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Alla Milano Music Week 2025 la musica d’autore incontra i nuovi linguaggi e le sfide del futuro. Tra gli ospiti premiati ai Digital Noises Awards ci sono anche Cabrio e Il Cile, che si aggiudicano il riconoscimento come Best Single 2025 per Digital Noises. A intervistarli è Sofia Riccaboni per il podcast Unplugged Playlist, in una chiacchierata dal vivo che unisce emozione, visione e una riflessione profonda sul rapporto tra musica e intelligenza artificiale.

Sono molto emozionato per questa cosa – racconta Cabrio –. Per come è nato tutto il progetto, farlo culminare con questo premio, o magari uno di una lunga serie, è davvero una gran cosa. Sono contento anche di come sta andando il brano: poco fa con Lorenzo parlavamo proprio di questo. Spero che possiamo fare altri numeri e migliorare quello che è stato fatto finora”.

Accanto ai risultati, però, c’è soprattutto l’orgoglio per aver messo al centro la qualità della canzone e la sincerità del processo creativo. “Io sono molto orgoglioso di Cabrio, della collaborazione – sottolinea Il Cile –. In un mondo fatto di numeri e di modalità di misura, io credo che noi abbiamo fatto una canzone e ci abbiamo messo il cuore. E, paradossalmente, al giorno d’oggi non è per niente scontata questa cosa”.

Musica e intelligenza artificiale: due piani diversi

All’interno della Milano Music Week uno dei temi più discussi è proprio quello dell’intelligenza artificiale applicata alla musica. Panel, incontri, demo e sperimentazioni provano a immaginare il futuro dell’industria musicale tra algoritmi e creatività umana.

Cosa ne pensano due cantautori che hanno costruito la propria identità tra parole, melodie e vissuto personale?

Cabrio parte da un dato tecnico, ma ci mette subito sopra uno sguardo molto umano:
L’intelligenza artificiale si muove su calcoli matematici. Anche la musica, in un certo senso, si muove su calcoli matematici. Ma il musicista, il cantautore, può permettersi delle cose, delle ‘chicche’ che l’intelligenza artificiale non può dare, perché si muove solo in maniera matematica, su misure ben precise. Il cantautore invece, come mi diceva Luca Pitteri, si può permettere anche di sbagliare, basta che lo faccia lui e non un interprete che deve essere più ‘dritto’”.

Da qui la sua posizione netta:
Sono completamente in disaccordo con l’intelligenza artificiale dal lato musicale. In altre cose può andare bene, per carità. Vedo grafiche, video, persone che riescono a lavorarci, si inventano dei mestieri, e in un mondo dove manca il lavoro forse sta dando spazio. Ma nella musica no: non toccate la musica”.

Il Cile aggiunge un tassello importante: la necessità di regole e tutele per chi crea.
Secondo il cantautore, ci troviamo ancora in una “fase quasi pirata”, in cui la tecnologia corre più veloce delle norme. “Ci sarà bisogno di tutelare la musica dalla IA – spiega –. Da musicista, da persona che ha scritto qualcosina, io lo riconosco se un brano è artificiale. Magari tra qualche anno non sarà più così evidente, ma per ora sì”.

Il punto, però, torna sempre lì: l’umanità come valore irriducibile.
L’errore umano, l’imprevedibilità umana sono imprescindibili, sono legati al nostro DNA. Nessuna macchina c’è riuscita prima: non ci è riuscito il campionatore all’epoca, non penso ci riuscirà l’intelligenza artificiale”.

Un futuro ancora insieme

Oltre ai temi “caldi” dell’industria, la chiusura dell’intervista guarda avanti, alla collaborazione tra Cabrio e Il Cile. Alla domanda se lavoreranno ancora insieme, la risposta è immediata e spontanea:

Io spero di sì”, dice Il Cile.
Io pure”, rilancia Cabrio.

L’idea è quella di continuare a intrecciare i rispettivi percorsi, magari ribaltando i ruoli: “Magari facciamo qualcosa di mio con lui come ospite, mi piacerebbe molto”, confessa Il Cile.

In una Milano Music Week che esplora il futuro della musica tra piattaforme digitali, dati, streaming e intelligenza artificiale, la loro voce suona come un promemoria potente: dietro ogni canzone che resta c’è sempre un cuore che si espone, un errore che diventa stile, un’imperfezione che si trasforma in emozione condivisa. Ed è proprio lì che nessuna macchina può arrivare.

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