Oh che sarà – Tribute Band Fiorella Mannoia: quando il tributo diventa identità (e responsabilità)

0
3

Fare una tribute band dedicata a Fiorella Mannoia non significa solo cantare brani iconici: significa entrare in un repertorio che ha segnato generazioni, attraversando emozioni, temi sociali e una scrittura capace di restare attuale. È un tributo che chiede rispetto, studio, cura. E soprattutto una cosa che spesso si sottovaluta: verità.

È attorno a questa idea che si muove il progetto raccontato durante una puntata di Unplugged Playlist condotta da Giuseppe Carrozza, con ospiti i componenti della band: Mara La Rosa (voce), Giovanni Militello (batteria), Simone Ferrara (chitarra) e Marcello Liga (basso).

Prima della musica: l’intesa umana

Quando descrivono la loro identità, non partono dagli strumenti né dagli arrangiamenti. Partono dalle persone. Perché il suono di un gruppo, alla fine, è la somma di come si guarda, si ascolta e si respira insieme. Loro lo chiamano “umanità”: quella che diventa timing, dinamica, energia, intensità.

In questo equilibrio la voce di Mara La Rosa è un perno centrale: non è solo una frontwoman, ma il punto in cui la band si compatta e “rende credibile” l’interpretazione di un repertorio così emotivo.

La sfida del repertorio: fedeltà senza effetto museo

Uno dei nodi più interessanti è tecnico e stilistico: molte canzoni di Mannoia portano addosso un’immagine sonora precisa, soprattutto quella legata agli anni ’80. Riprodurla dal vivo richiede attenzione: sintetizzatori, timbri, atmosfere… il rischio è che diventi tutto “vintage” nel senso sbagliato, come una cartolina.

Qui entra il lavoro vero della band: trovare un equilibrio tra fedeltà e resa live, tenendo conto anche di come quei brani sono stati riarrangiati e ripensati negli anni più recenti. Il tributo, per loro, non è una riproduzione meccanica: è un modo di far vivere le canzoni oggi.

Brani che “pesano” e brani che fanno festa

Nel set ci sono pezzi che scorrono con naturalezza e altri che richiedono incastri più complessi, sia musicalmente sia emotivamente. Alcuni brani diventano subito festa e connessione con il pubblico, altri invece chiedono più concentrazione perché hanno ritmiche particolari o perché portano dentro un messaggio forte.

È proprio questa alternanza che rende uno show di Mannoia (e quindi un tributo) così completo: leggerezza e profondità si tengono per mano.

Cantare un universo femminile: un tema che parla a tutti

C’è una domanda inevitabile per una tribute band dove parte dei componenti è maschile: come si interpretano testi spesso legati al mondo femminile, alle sue fragilità e potenze, alla dimensione sociale?

La risposta che emerge è chiara: quelle canzoni non hanno un pubblico “di genere”. Parlano a tutti, perché dentro c’è empatia, rispetto, dignità, identità. Certo, interpretare brani simbolici richiede attenzione: non basta cantare bene, bisogna entrare nel senso, restituire il peso delle parole senza teatralità inutile.

E quando nel repertorio entrano canzoni con temi delicati, come quelli legati alla violenza sulle donne, la band non le tratta come “un pezzo in più”: diventano un momento di responsabilità, in cui la musica deve essere all’altezza del messaggio.

Il momento più forte: quando canta il pubblico

C’è un’immagine che spiega perché esistono le tribute band: la gente che canta insieme. Per la band, il momento più emozionante è proprio quello: vedere il pubblico riconoscersi nelle parole, rispondere in coro, trasformare la serata in un rito collettivo.

È lì che il tributo smette di essere omaggio e diventa condivisione.

Il messaggio di Fiorella, oggi

Se dovessero scegliere tre parole per descrivere Mannoia, tornano spesso empatia, solidarietà, vitalità. Non perché ogni canzone dica la stessa cosa, ma perché tutte sembrano avere un filo comune: raccontare l’umano senza giudicarlo, con una forza gentile che arriva dritta.

Live e futuro: un progetto che vuole crescere

La band guarda avanti con nuovi concerti e l’idea di portare lo spettacolo in più contesti, anche fuori regione. L’obiettivo è semplice: continuare a crescere, curare il live, far sì che ogni serata non sia “solo” un concerto, ma un’esperienza che lascia qualcosa.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here