Belve ha recentemente riscontrato un forte successo, passando anche dalla seconda serata alla prima, su Rai2. Durante la puntata si svolgono tre interviste a personaggi del mondo dello spettacolo, come attori, cantanti e politici, che rispondono a domande spesso scomode.
Lo stile delle interviste
Ma da cosa deriva il successo di Belve? La conduttrice Francesca Fagnani pone domande molto secche e dirette, senza mezzi termini e senza lasciare la possibilità di sviare le richieste indesiderate. Si rivolge all’intervistato dando del lei per mantenere una posizione di distacco e fa emergere la sua opinione grazie a sorrisi sarcastici e alla mimica facciale. Il rituale delle domande è molto simile per ogni intervista: prevede alcuni quesiti standard a cui si alternano interrogativi riguardo alla carriera e alla vita privata della persona. Le domande poste vogliono far cadere tutte le maschere dell’intervistato e metterlo in discussione.
Le maschere che indossiamo
Tutti indossiamo delle maschere: in ogni interazione interpretiamo una parte, facendo in modo di mantenere la facciata che vogliamo mostrare agli altri. Cerchiamo di curare le apparenze e teniamo un certo comportamento in funzione degli altri e del nostro ruolo in una determinata situazione. Nelle interazioni si attuano sempre “giochi di faccia” che servono per evitare incidenti che possano farla perdere. Questo provocherebbe imbarazzo, perciò si cerca di attenersi a delle regole, che guidano l’interazione attraverso obblighi e aspettative. Gli individui, infatti, vogliono sempre proteggere l’idea di se stessi e non essere screditati.
Cooperare è importante
Nel ricostruire e mantenere la propria facciata, è necessaria la cooperazione degli altri partecipanti all’interazione. Per inscenare una singola routine, è dunque necessario un complesso di individui, chiamato equipe di rappresentazione, che deve collaborare. In Belve, la conduttrice Francesca Fagnani durante l’intervista non sembra appartenere a questa equipe. Il suo ruolo nell’interazione è anzi proprio quello di mettere in discussione la facciata dell’altro. Il risultato di questo tipo di interazioni è un effetto molto divertente per chi guarda. I telespettatori credono di poter scorgere la parte più autentica degli intervistati, una volta cadute le loro maschere, e di conoscere quindi meglio la persona. Deriva probabilmente proprio da questo il grande successo di Belve.